Blockchain e gestione dell'energia: un futuro efficiente

Blockchain e gestione dell’energia: un futuro efficiente

Parliamo di web, parliamo di internet… parliamo di transazioni, Bitcoin, blockchain…. ma parliamo anche di energia, di consumo, di spreco, di gestione oculata, di rispetto per l’ambiente!

La blockchain, la tecnologia alla base di Bitcoin, promette di essere uno strumento rivoluzionario per effettuare transazioni di ogni tipo senza bisogno di un intermediario. Un caso d’uso già fattibile è l’ottimizzazione del consumo di elettricità e gas.
Perchè lavorare nel web e nel web marketing è sicuramente qualcosa di immateriale… ma ci serve una casa, ci serve un ufficio, ci servono le utenze: senza elettricità i PC non funzionano e i cellulari non si ricaricano, e senza gas… brrr, che freddo (soprattutto in questo aprile di un inverno che stenta a finire)!

Ma semplificando: la blockchain è come un libro mastro elettronico dove ogni transazione è registrata.
Se mi mandi un euro, è registrato, e non abbiamo bisogno della banca per assicurarci che il trasferimento sia stato fatto.
Ed è tutto criptato, quindi è impossibile falsificare i conti.

Un esempio in cui blockchain può portare molto valore è quindi anche il settore energetico.
Nel 2021 siamo in grado di generare e immagazzinare energia, ma dipendiamo ancora dai commercianti per gestirla (holaluz, naturgy, endesa, ecc.).

Questo potrebbe cambiare nei prossimi anni.

Immaginiamo un complesso residenziale. Consuma energia ogni mese. Centinaia di tariffe di elettricità e gas, migliaia di euro e KW consumati. Usando la blockchain, ogni mese possiamo vendere, condividere o immagazzinare l’energia in eccesso con i nostri vicini.
Non avremo bisogno di alcuna tariffa fissa o offerta dual. Diventeremo parte di un ecosistema in cui useremo solo l’energia di cui abbiamo bisogno. Tutta l’energia che rimane, che sia elettricità, gas, acqua o altro, può essere riutilizzata da altri membri del sistema.

Gli edifici e la loro grande impronta energetica

Preoccupiamoci anche dell’ambiente… in cui lavoriamo, ma soprattutto in cui viviamo!
Gli edifici e la loro precedente costruzione sono responsabili del 36% dell’uso globale di energia e del 39% delle emissioni di biossido di carbonio legate all’energia ogni anno, secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente.
L’impatto degli edifici sul cambiamento climatico è chiaro: ha a che fare con… come li costruiamo, dove li costruiamo, come li gestiamo.
Gran parte delle emissioni provengono da… come li riscaldiamo, come li illuminiamo, che energia usiamo per gli elettrodomestici.
Poi viene l’impronta di carbonio della fase di costruzione… la creazione dei materiali, il loro trasporto, l’assemblaggio vero e proprio.

Come si può ridurre l’impronta energetica degli edifici?

Azioni quotidiane come accendere la luce, riscaldare l’acqua o collegare la lavatrice hanno un impatto diretto sul riscaldamento globale. Questo può sembrare scioccante, ma dobbiamo capire l’enorme consumo di energia degli edifici su scala globale.
Una maggiore consapevolezza, unita al progresso tecnologico, ci permetterà di risparmiare ed essere molto più efficienti dal punto di vista energetico. Conservare l’energia, scambiarla e trasportarla sarà la chiave per ridurre questo problema.

Si spera che l’intero settore delle costruzioni si muova verso un mondo con meno emissioni e una migliore gestione dell’energia.
A sua volta, l’industria energetica può essere un pioniere nell’implementazione di tecnologie che aiutano le persone a ottimizzare i loro consumi, spendere meno e allo stesso tempo inquinare meno.

Iniziamo dalle piccole cose

lampadine a basso consumo, cappotto termico e riscaldamento equilibrato (non occorre sudare 7 camicie mentre si lavora), evitiamo sprechi di acqua…
e con il fotovoltaico sfruttiamo il sole come fonte rinnovabile!