Google: benvenuti allo zoo!
E dopo il panda, arriva anche il pinguino...
Lo scopo principe del motore di ricerca è di rendere sempre migliore l'esperienza di ricerca dell'utente che gli si affida, fornendo informazioni utili e siti di qualità con contenuti interessanti ed unici.
E proprio per raggiungere questo scopo, dopo l'uscita di Panda, ecco che arriva Penguin!
Entrambi questi algoritmi servono a far sì che i risultati del motore di ricerca siano più precisi e soprattutto siano utili agli utenti, eliminando quindi dalle SERP (search engine results page che altro non è che la pagina dei risultati del motore di ricerca) quelle pagine o quei siti con contenuto scarso o di scadente qualità, copiato o duplicato, con spam o aggregazione di notizie altrui, con contenuti effimeri, arrivati a posizionarsi con tecniche SEO poco pulite, come il keyword stuffing o l'inserimento di back link acquistati (magari a centinaia, da un giorno all'altro), con schemi e reti di link, con spam... insomma: è ora di fare pulizia!
Sono anni che Google si impegna nel tentativo di ripulire le SERP da quelli che vengono definiti black hat SEO. Chi sono? Sono definiti black hat gli operatori del settore che tendono a fare i furbetti, utilizzando tecniche non del tutto lecite, e che preferiscono, ad un corretto e decisamente miglior lavoro di posizionamento sui motori di ricerca, soluzioni spesso poco pulite.
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